Un pò di Storia... 

Cenni Storici

Cosa sono le Grave di Papadopoli?

Grave di Papadopoli,  è il nome di un'isoletta nell’alveo del fiume Piave compresa nei comuni di Maserada e Cimadolmo. L’isola si formò nel 1882 in seguito ad una alluvione che divise in due il corso del Piave, mentre il nome di Papadopoli deriva dalla famiglia che era proprietaria del terreno e del tratto di fiume dove si formò. Durante la prima guerra mondiale, dopo lo spostamento del fronte lungo il corso del Piave, le grave di Papadopoli divennero terra di nessuno, con gli austriaci sulla riva sinistra e gli italiani a guarnire la destra. Il 15 giugno 1918 - battaglia del solstizio - gli austriaci utilizzarono l’isoletta come base di partenza per attaccare la prima linea italiana; l’azione ebbe successo e fu solo verso il 23 giugno che le truppe italiane poterono riprendere possesso della sponda destra del Piave, mentre le grave di Papadopoli tornarono terra di nessuno e luogo di agguati notturni per fare prigionieri. A fine ottobre del 1918, le truppe italiane della VIII armata - battaglia di Vittorio Veneto - avanzarono di là dal fiume travolgendo le truppe austriache. Iniziava così lo sfondamento del fronte austriaco che in pochi giorni portò al collasso dell' esercito austroungarico.

Monumenti da visitare in zona

Cimitero militare Inglese Tezze di Piave Frazione di Vazzola (TV)

Nella piccola frazione di Tezze è presente un cimitero militare inglese, che custodisce le spoglie di 356 soldati britannici. La sua costruzione risale al 1920, quando lo Stato Italiano concesse al Regno Unito un luogo per poter seppellire e commemorare i caduti durante le operazioni decisive della Battaglia Finale, quando i reggimenti d'oltremanica affiancarono quelli italiani nel nevralgico settore compreso tra Salettuol e Palazzon, a sud-est del Montello. Solamente 15 tombe riportano una data precedente a quella del 24 ottobre 1918, giorno in cui iniziarono le operazioni sul Piave: si tratta di alcuni aviatori della Royal Air Force caduti in battaglie e operazioni avvenute nella primavera-estate del 1918. L'entrata dal muro di cinta orientale porta immediatamente nel prato, dove, in primo piano, si trova una grande pietra di guerra. Alle sue spalle sono state disposte ordinatamente le lapidi bianche che riportano ciascuna le generalità del caduto, le date di nascita e di morte, e il reggimento a cui è appartenuto. La scelta di costruirle tutte uguali non è stata casuale: lo scopo era ricordare tutti i caduti in maniera individuale e senza distinzione di grado, razza o fede religiosa. Nei pressi del recinto occidentale, infine, si alza verso il cielo una grande croce in pietra di Chiampo, su cui è stata posta una spada di bronzo. All'ingresso del cimitero due epigrafi, una in inglese e una in italiano: "Il suolo di questo cimitero è stato donato dal popolo italiano per l'eterno riposo dei soldati delle armi alleate caduti nella guerra 1914 - 1918 e che sono qui onorati".

Sacrario militare Nervesa della Battaglia 

Il Sacrario è situato all’estremità est del Montello, a quota 176 metri del Colesel dè Zorzi, a circa 2 km dall'abitato di Nervesa della Battaglia (Treviso). Il monumento, progettato dall'architetto romano Felice Nori, fu ultimato nel 1935. La costruzione è a pianta quadrata, si presenta simmetricamente sui quattro fronti ed è visibile da tutta l’area circostante che fu teatro della grande battaglia del giugno 1918. Dallo stile sobrio e con limitate ornamentazioni, il Sacrario si sviluppa in altezza con una massiccia torre quadrata alta 32 metri, aperta e rastremata verso l'alto e con le facciate a leggero incavo. La torre poggia su una grande base quadrata in pietra chiara, che comprende il Sacrario vero e proprio, con quattro facciate costituite da tre ordini di mezze colonne tagliate da fasce sovrapposte.

Sulla parte anteriore e al centro del Sacrario si erge un grande portale a colonnato con ampio frontale. Più in basso, alla sommità di una grande scala in pietra che sale tra due robusti contrafforti inquadrati da verdi scarpate, si apre il grande portone in bronzo da cui si accede all'interno del Sacrario. Al centro della torre, un'artistica intersezione di scale sorrette da pilastri in pietra poggianti su archi, produce un gioco architettonico di chiaro-scuri di grande effetto.

L'interno dell'edificio, altrettanto singolare quanto l'esterno, è formato da quattro ripiani. Nei primi due sono ricavati dei corridoi anulari, in parte illuminati dall'alto, alle cui pareti sono disposti i loculi contenenti le spoglie dei caduti. Al centro del corridoio del secondo ripiano è collocata la cappella. Alla sommità dell'ultimo ripiano della torre, aperto verso l'alto, quattro finestroni consentono di accedere alle loggette pensili da cui lo sguardo abbraccia l'intera zona della battaglia del Montello, delimitata dall'ansa del Piave. Nell'interno del Sacrario riposano i resti di soldati provenienti dai 120 Cimiteri di guerra disseminati lungo il medio Piave durante le dure, sanguinose battaglie del novembre 1917 e novembre 1918.

Monumento Magg. Francesco Baracca

Sul Montello, a Castelviero di Sovilla (Nervesa), un’edicola funeraria giace a ricordo del Maggiore di Cavalleria Francesco Baracca, colpito mentre svolgeva un’azione di mitragliamento a bassa quota durante la fase conclusiva della Battaglia del Solstizio e precipitato con il velivolo in preda alle fiamme poco distante, presso “la busa delle rane”.

Sopra una lastra di pietra di Verona è stata scolpita la scritta “Qui cadde il Maggiore Francesco Baracca – Asso degli Assi – il 19 giugno 1918”.

Sopra l’epigrafe un medaglione di bronzo con l’effige dell’eroe tra i simboli che adornavano il velivolo: l’ippogrifo ed il cavallino rampante.


Sacrario militare Fagarè della Battaglia

Il Sacrario di Fagarè è ubicato nel comune di San Biagio Di Callalta, sulla Strada Treviso-Oderzo, a 20 km da Treviso. Costruito nel 1935 su progetto dell'architetto Pietro Del Fabro, il monumento, in stile neoclassico, è realizzato interamente in marmo chiaro, e si sviluppa attraverso un portico a forma di grande esedra allungata, racchiusa tra due robusti corpi terminali, e una breve scalinata che corre lungo la facciata. Nel portico si aprono nove navate con volta a botte. I due corpi terminali sono costituiti da un ampio vestibolo e da una navata interna. Nei vestiboli sono esposte alcune lapidi che ricordano i principali eventi storici della Grande Guerra: tra queste, due riproducono i grafici della zona in cui vennero combattute la prima e la seconda Battaglia del Piave con i contrapposti schieramenti. Le navate sono illuminate da grandi vetrate semicircolari istoriate con motivi artistici ispirati ai trofei delle armi e dei reparti che presero parte alle battaglie del Piave. Al centro del porticato è collocata la Cappella decorata da un artistico mosaico dal titolo 'L’Apoteosi' e da due pregevoli bronzi raffiguranti 'Angeli in Preghiera' su disegni del Col. Giovanni Spadea. Ai lati delle facciate sono scolpiti quattro bassorilievi in marmo provenienti dal monumento celebrativo della vittoria del Piave, eretto nel 1921 su disegno di Ciro Marchetti, raffiguranti 'L'entrata dell'Italia in guerra' (24 maggio 1915), 'La barbarie nemica sul suolo della Patria' (24 ottobre 1917), 'Di qui non si passa' (15 giugno 1918), e il 'Trionfo delle armi italiane' (3 novembre 1918).

Il Sacrario era stato strutturato ad esedra per abbracciare il preesistente Monumento agli Eroi del Piave il quale, invece, fu rimosso nel 1939. Nel Sacrario di Fagarè riposano i gloriosi resti di soldati caduti nelle dure battaglie del Piave (1917-18) provenienti da 80 cimiteri di guerra del basso Piave. Le salme identificate sono sistemate nelle otto navate poste ai lati della Cappella con loculi individuali disposti su 13 righe e sigillati con lapidi di marmo che recano il nome del caduto. Nelle due navate dei corpi laterali, oltre ai caduti noti, disposti su otto file, sono raccolti in grandi urne collettive i resti di caduti rimasti ignoti; nelle pareti di fondo sono collocate le tombe delle Medaglie d'Oro, Tenente Colonnello Ernesto Paselli e Maggiore Francesco Mignone, e sono ricordati altri cinque decorati di Medaglia d'Oro le cui salme non sono state riconosciute e riposano tra gli Ignoti.

Monumento Molino della Sega

Sulla sponda destra del fiume Piave, tra Saletto di Piave e Fagarè, si trova il monumento eretto nel 1974 dal Sodalizio nazionale dei “Ragazzi del 99” per ricordare che in quella località di Molino della Sega, il 16-17 novembre 1917, i giovani soldati della classe 1899 (la generazione che avevano appena compiuto 18 anni) ebbero il battesimo di fuoco.

Sul grosso blocco di marmo, messo come basamento di una colonna di granito, è riportata con lettere di bronzo la brillante citazione del bollettino del Comando Supremo.

Trincea di Via dei Casoni

Località Saletto di Piave (TV)

Oltre al Molino della Sega, baluardo di fondamentale rilevanza strategica durante le ultime fasi della prima guerra mondiale sul fronte del Piave, troviamo due trincee a Saletto di Breda di Piave, recentemente recuperate e restaurate, destinate a promuovere il valore della memoria.
Proprio in questi luoghi, lungo le sponde del Fiume Sacro alla Patria, si svolse la nota battaglia d’arresto tra il Regio Esercito e le divisioni austro-ungariche.

In questa area, nel novembre del 1917, combatterono per la prima volta i giovani soldati della classe 1899, il cui ardore e spirito di sacrificio contribuì in modo decisivo alla vittoria dell’esercito italiano.

Scuola Bombardieri del Re

Santa Lucia di Piave (TV)

A distanza di più cent’anni la Scuola Bombardieri riapre. Dopo la celebrazione del centenario della Grande Guerra, il comune di Santa Lucia di Piave e l’attuale proprietà degli immobili dov’era la Scuola, vuole far rivivere la memoria, con un percorso narrativo che il luogo e gli oggetti rendono coinvolgente e soprattutto unico al mondo. Il visitatore sarà accompagnato attraverso tutto l’arco della GG e gli saranno offerte contemporaneamente occasioni di approfondimento che gli daranno il modo di osservare gli eventi, gli uomini e il territorio sotto prospettive diverse. Il complesso dov’era la scuola è arrivato pressoché integro ai giorni nostri. Al suo interno si ritrovano dipinte le carte con i fronti di battaglia e i fregi delle diverse brigate. Le foto dell’epoca trovano riscontro negli ambienti da poco restaurati conservando per quanto possibile l’atmosfera del tempo. Il luogo è il valore aggiunto del racconto che tiene conto delle migliaia di uomini che vissero in quegli spazi, portando con se e lasciando ricordi.